Democrazia a rischio? Da Calenda la richiesta di un’Assemblea Costituente

(Da DAGOSPIA.COM) – Estratto dell’articolo di Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”
«L’esperienza al Senato è una delle più frustranti della mia vita».
Carlo Calenda che succede in Senato? Lei è il leader di Azione, qualcosa che riguarda il suo partito?
«Riguarda tutti, siamo al collasso della democrazia e il Parlamento è lo specchio di questa crisi. Il Senato è un posto dove per la maggior parte del tempo non si fa niente, arrivano dalla Camera decreti approvati con la fiducia, ci sono palate di emendamenti inutili. Si doveva tagliare una Camera, non i parlamentari».
Una situazione irreparabile?
«Bisogna capire che occorre aprire una fase costituente».
In che modo?
«Con un’assemblea costituente. […]».
[…] Come funziona il vostro progetto?
«Abbiamo previsto cento membri che insieme debbano riscrivere la seconda parte della Costituzione. Un’assemblea eletta con il sistema proporzionale. […]».
[…] Come è possibile? I membri dell’assemblea non vengono eletti in liste di partiti?
«Sì, ma finito il loro compito hanno il divieto di candidarsi in qualsiasi partito.
Hanno un anno e mezzo per chiudere le riforme, altrimenti l’assemblea viene sciolta».
Lei è davvero convinto che possa funzionare?
«Deve, altrimenti il sistema travolgerà tutti. C’è un sondaggio di Swg che è davvero inquietante».
Perché?
«Dal sondaggio emerge che il 36% degli elettori italiani vorrebbe una dittatura a tempo, ovvero vorrebbe affidarsi ad un gruppo di persone che rimettano a posto il Paese chiudendo il Parlamento e tutti i processi democratici. Il 52% sono giovani sotto i 34 anni, pensano che la democrazia sia finita».
Ne ha parlato con gli altri partiti di questa assemblea?
«Ho anticipato il progetto a tutti i segretari di partito. Mi hanno ringraziato, mi hanno detto che lo leggeranno. Vediamo, la proposta l’ho distribuita soltanto due giorni fa».
[…] «Dall’ultimo G7 dovremo aver capito che non possiamo più contare su Trump che vuole diventare un autocrate come Putin. E sapere che tutti i Paesi del Nord Europa prevedono un attacco di Putin nei prossimi tre anni. Tra l’altro ormai la Russia ha convertito la sua economia in un’economia di guerra. Dobbiamo avere un’Europa forte […]».