Strage di Brescia: 51 anni senza dimenticare

Magda Biglia e Natalia Danesi per “BresciaOggi.it”
Alle 10.12 del 28 maggio 1974 un ordigno venne fatto esplodere in un contenitore della spazzatura durante una manifestazione antifascista: furono 8 le vittime, almeno 102 i feriti. Le iniziative in città per il 51° anniversario. Mattarella: «L’attentato aveva come obiettivo la destabilizzazione della Repubblica»
Gli interventi istituzionali
Gremita piazza Loggia anche quest’anno per ascoltare gli interventi in occasione della commemorazione del 51° anniversario della strage.
Alle 10.12 il silenzio ha avvolto la piazza mentre i rintocchi delle campane ricordavano le otto vittime dell’attentato neofascista del 28 maggio 1974: Luigi Pinto, Euplo Natali, Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Alberto Trebeschi, Clementina Calzari Trebeschi, Vittorio Zambarda e Bartolomeo Talenti.
Sul palco l’intervento della sindaca Laura Castelletti: «Oggi non è solo un anniversario – ha detto -: è un momento che ci riguarda da vicino, anche se i fatti di cui parliamo sono accaduti più di cinquant’anni fa. E’ un giorno che ci chiede attenzione, consapevolezza, responsabilità». E rivolgendosi alle nuove generazioni ha aggiunto: «Chi ha messo quella bomba voleva colpire un’idea: l’idea che si possa vivere insieme, diversi ma liberi. Voleva seminare paura, disordine, silenzio. Ma da quel giorno, Brescia non ha mai taciuto. Non ha mai dimenticato».
Da due ragazze del «Gigli» di Rovato, Asha e Mome, sul palco allestito a ridosso della stele, l’invito a non interrompere mai il percorso del dialogo. Nell’orazione, la segretaria confederale UIL nazionale Vera Buonomo ha ricordato la forza di «un sindacato unitario, libero, responsabile ora come allora. Saremo sempre in piazza – ha aggiunto -. Brescia non dimenticherà mai questa ferita ancora aperta. Continueremo la battaglia contro chi minimizza e perpetua un attacco ai diritti. Essere antifascista non è un esercizio di stile, ma un impegno quotidiano per uguaglianza, libertà e giustizia. Valori da consegnare alle nuove generazioni».
La messa e il corteo
Le commemorazioni ufficiali per il 51° anniversario della strage di piazza Loggia hanno preso il via con la messa al Vantiniano presieduta dal vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada, accompagnato da Don Daniele Faita.
Alle 9 in piazza Loggia la deposizione degli omaggi floreali e il corteo delle delegazioni, con la voce narrante di Don Fabio Corazzina. Nel frattempo il corteo studentesco «Resistenza contro le guerre, il genocidio, il DL Sicurezza», promosso dal collettivo Onda studentesca con Magazzino 47 e Diritti per tutti, partito da piazzale Cesare Battisti ha attraversato piazza Loggia e ha poi virato su palazzo Gambara promuovendo un’occupazione simbolica contro il decreto sicurezza.
Il messaggio del presidente della Repubblica
Pubblichiamo integralmente il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 51° anniversario della strage di Piazza della Loggia:
L’attentato terroristico che il 28 maggio di cinquantuno anni or sono colpì il cuore di Brescia aveva come obiettivo la destabilizzazione della Repubblica, l’indebolimento della democrazia, l’attacco alle conquiste sociali. Alla memoria delle vittime, allo strazio dei loro familiari e amici, si rivolge il primo dei pensieri, con i più intensi sentimenti di cordoglio. La solidarietà che ci unisce nel ricordo alimenta una comunità di persone libere.
La bomba di Piazza della Loggia, e la strategia eversiva nella quale era inserita, sono state la negazione violenta di questi valori. La Città di Brescia ha reagito con fermezza e coraggio. Le istituzioni democratiche, le parti politiche, sindacali e sociali sono state capaci di una risposta unita in difesa della nostra Costituzione, che la catena nera dell’eversione voleva aggredire. Vincere i terrorismi di quel decennio e sventare i piani eversivi è stato un percorso difficile e travagliato, pagato con il sangue da tanti innocenti. Le risorse morali e civili di chi si è battuto dalla parte della libertà e della democrazia hanno prevalso sugli stragisti, i conniventi e i loro complici. E la giustizia, sia pure con ritardo rispetto alle angosciose attese, ora è giunta a una prima sentenza anche sugli esecutori materiali. La verità è un contributo prezioso alla vita democratica e una spinta significativa è giunta costantemente dall’associazione dei familiari delle vittime. Verso di essi la Repubblica esprime gratitudine, confidando che una testimonianza così importante raggiunga le generazioni più giovani.